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L'Italia sfiora l'impresa contro la Francia - si allarga la concorrenza per il cucchiaio di legno

L'Italia sfiora l'impresa contro la Francia - si allarga la concorrenza per il cucchiaio di legno

28 febbraio 2024
Dopo il pareggio 13-13 contro la Francia nel Sei Nazioni 2024, all'Italia resta il rimpianto di non aver agguantato una vittoria a portata di mano. Contro la Francia, la squadra azzurra palesa, fino all'ultimo istante del match, la propria maturità e la propria competitività, dimostrando un solido impianto difensivo e freddezza nelle fasi cruciali.
Pur avendo accettato con sportività, in passato, il cucchiaio di legno, premio goliardico assegnato all'ultima classificata, il messaggio è che il Sei Nazioni 2024 potrebbe essere testimone di un cambiamento di equilibri, lasciando il wooden spoon a qualcun altro.

Il cucchiaio di legno: tra goliardia e strumento di riflessione 

Dopo la sfida di domenica 25 febbraio contro la Francia, terminata con un pari (13-13), l'Italia solleva la testa e, anzi, ha più di qualche rimpianto per non aver portato a casa il risultato pieno. La realizzazione del calcio piazzato, negli ultimissimi istanti del match, le avrebbe consegnato la prima meritatissima vittoria contro una Francia che ha convinto solo per i primi 40 minuti.
La squadra azzurra, su 24 partecipazioni al torneo Sei Nazioni, si è aggiudicata per 18 volte il poco ambito e goliardico premio del 'cucchiaio di legno' per l'ultima classificata. Quest'anno, però, sembra esserci una concorrenza agguerrita: Francia e Galles non hanno convinto nei match finora disputati, mentre la nostra nazionale si impone come un gruppo in ascesa, coeso e organizzato, con un ottimo impianto difensivo e una freddezza nelle fasi finali degli incontri che fanno ben sperare per gli impegni futuri.

Il termine cucchiaio di legno nel rugby è un riconoscimento beffardo che viene conferito alla squadra che si posiziona ultima in una competizione o torneo.
Questo termine assume una connotazione umoristica, ma sottolinea anche il risultato deludente e la mancanza di successo della squadra che lo conquista. È spesso usato in maniera scherzosa, ma la sua presenza nella cultura rugbistica suggerisce una riflessione sulla necessità di migliorare le prestazioni per evitare simboli simili in futuro. Incarnando la delusione competitiva, il cucchiaio di legno motiva le squadre a perseguire un miglioramento continuo e a risollevarsi dalle sfide sportive.
L'Italia ha accettato con sportività questo premio non molto ambito, calandosi perfettamente nello spirito goliardico e allegro che caratterizza molti aspetti di questo sport, che unisce forza, durezza, correttezza e cameratismo. Però l'ambiente azzurro ne ha saputo anche cogliere la spinta a riflettere e a migliorarsi.
L'edizione 2024 sta evidenziando i grandi passi avanti che la compagine allenata da Gonzalo Quesada e tutto il movimento rugbistico italiano stanno facendo, quindi gli avversari devono stare attenti: quest'anno potrebbe essere la vetrina di qualcun altro a ospitare il wooden spoon! Di seguito, il link con le quote per il vincitore del cucchiaio d'argento.

Francia-Italia: questione di millimetri

Il match disputato domenica pomeriggio a Lillle, che ha visto opposte Francia e Italia nel terzo turno del Sei Nazioni 2024, ha fornito diversi spunti sullo stato attuale delle due squadre e sulle loro potenzialità per il prosieguo del torneo.
La Francia ha dominato la prima frazione di gioco, ma probabilmente troppo presto ha ritenuto la pratica archiviata e non ha saputo riprendere in mano le redini dell'incontro sul ritorno di determinazione e organizzazione del team azzurro. La seconda frazione del match è stata dominata dai 15 giocatori italiani. E questo è il segno che l'Italia è cambiata, cresciuta: non è più una squadra da 20 minuti di gioco, ma ha nelle gambe l'intera partita, fino all'ultimo secondo. Non ha mai mollato, mantenendo lucidità e determinazione. Dal 13-3 è risalita al 13-13, con un calcio piazzato a disposizione, a tempo praticamente scaduto, che le avrebbe permesso, senza rubare nulla, di vincere 15-13.
Purtroppo il palo si è opposto al tiro di Garbisi, fino a quel momento realizzatore di 2 calci piazzati su 2. Il pareggio è comunque un ottimo risultato, ma la vittoria avrebbe posto il sigillo su una performance da incorniciare.
Negli occhi di tutti gli spettatori rimarrà l'immagine delle lacrime di delusione dei giocatori, ma anche la bellezza della meta precedente, quella del pareggio, realizzata dal sempre eccezionale Ange Capuozzo. Una meta è sempre qualcosa di straordinario, di spettacolare, ma quella realizzata dall'Italia ha esaltato per la velocità dei passaggi, per la precisione dello schema, per la freddezza, lucidità e determinazione dei giocatori. Ognuno di loro, avvicinandosi alla linea di meta, avrebbe potuto tentare l'impresa solitaria invece tutti hanno agito con razionalità e lungimiranza, optando sempre per il passaggio al compagno piazzato in posizione migliore. Alla fine, Ange Capuozzo si è trovato con un pallone prezioso come un calcio di rigore, e non ha sbagliato.

Quando il diavolo (o il prato) ci mette la coda

Quante volte succede che, piazzato per il calcio di punizione, il pallone ovale cada e debba essere rimesso in posizione, mentre il cronometro continua, inesorabile, la propria corsa?
Beh, tutto questo è accaduto a Garbisi proprio nel momento più critico: il calcio di punizione che avrebbe permesso all'Italia di portare a casa l'incontro.
Mentre i compagni in campo si abbracciavano, e alcuni in panchina voltavano le spalle per alleggerire la tensione di un calcio che poteva rivelarsi epocale, Garbisi si trovava nella posizione di un Roberto Baggio sul dischetto di Pasadena, nella finale dei mondiali americani di calcio.
Presa la rincorsa, il tiro esce preciso, teso. Purtroppo il diavolo, o il palo, ci mette la coda: la palla ovale si stampa contro il montante, rimbalzando indietro.
L'emozione, sia del campo sia del pubblico di Lille, si è fatta sentire, ma, come canta De Gregori, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Garbisi rimane un campione, un giocatore che lotta su ogni palla, che si assume la responsabilità di palle delicatissime, quelle che fanno da spartiacque tra gloria e disperazione.
Ultima nota per Menoncello, MVP del match. Un plauso a un giovane che sta dimostrando la professionalità di un veterano.